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Lino Jordan con Payson

Lino Jordan con Payson

Ci son ricordi che mi rimarranno sempre nel cuore e non mi dimenticherò mai, uno di questi è  sicuramente legato a Payson di Lino Jordan una Reina che ha cambiato per sempre la storia. Le vittorie di Payson hanno scaldato gli animi degli allevatori della Coumba Freida, dove per tradizione si allevavano quasi esclusivamente bovine pezzate rosse, scatenando l’ardore per le Bataille de Reines. 
Bisogna rilevare che grazie a Lino e alla sua Reina, questa passione è arrivata fino ai giorni nostri ed è sicuramente  culminata con la possibilità di avere un’eliminatoria estiva nell’alta valle del Gran San Bernardo, che si tiene in alternanza con quella del Col di Joux.
Ma parliamo di lei: la grande, la mitica , la leggendaria Payson.

Questa splendida bovina, dalla mammella bianca e dall’imponente mole, fu’ acquistata da Lino Jordan, grandissimo campione di Biathlon,tramite Favre un suo compagno conosciuto nell’ambiente dello sci. Payson era una manza di quattro anni che proveniva da Saint Barthelemy, la genealogia esatta non si sa bene e in come tutte le leggende, la verità è avvolta dal mistero. Payson  aveva difficoltà a rimanere gravida, aveva quattro anni e non aveva ancora partorito, fu visitata da diversi veterinari che l’avevano data per spacciata e avevano consigliato al suo proprietario Viro Favre di portarla al macello, Lino la compro' lo stesso e dopo diversi tentativi,  riuscì miracolosamente  a farla come si dice in gergo “tenere” (“ la betoley man e agnaculey le boton" ).

Payson nel 1989 divenne Reina Regionale sconfiggendo in finale Belville di Edy Viérin ( Reina Regionale di primo nel 1987) dopo essere stata Reina in primavera alla Salle.

Payson io la vedevo tutti i giorni era nell’alpeggio vicino al nostro, da nostro cugino Guido Ronc ch’era “ beau freye” e socio con Lino e tenevano le mucche insieme.

Mi ricorderò sempre questa scena pazzesca: mi trovavo nel mayen di Merdeux in una piovosa giornata d’autunno, dall’altra parte della montagna c’erano i cervi in calore che bramivano e Payson con la testa alta dall’altra li rispondeva con un forte muggito, non ho mai più rivisto una scena del genere.

Di Payson conservo moltissimi aneddoti e storielle, ma sicuramente il ricordo più bello è legato all’ottobre del 1991: mi ricordo, come fosse ieri, ogni minimo particolare, ero seduto sugli spalti con il mio amico Valter Avoyer e suo papà Marino, dietro c’era buonanima Alido’ il nonno di Fabrizio Jacquin (grande attore del Charaban) lì vicino un gruppo di tifosi svizzeri con i loro “drapeaux” rossi e bianchi a stelline. In un clima di festa abbiamo fraternizzato con i “ Valaisans” che surriscaldati dal nostro” rouge” ci prendevano in giro e dicevano che a Payson “la valdotaine des petites cornes” li sarebbero saltate le corna se avesse incontrato nel suo percorso la “loro” Farinella.
Farinella era una svizzera pura, era stata acquistata da Luciano Cuc il grande commerciante e conoscitore di Reines in Vallese, era stata Reina al Comptoir di Martigny e aveva tutte le carte in regola per accedere al titolo di Reina Regionale in Valle d’Aosta.
Come in un film già visto, si susseguirono i combattimenti e le due star non incrociarono i loro percorsi e si ritrovarono in  finale dopo una intensa serie di combattimenti.

E voilà "let l'ovva" ! E voilà é l'ora del regolamento dei conti.

Lino entro' in campo con la " nostra"  Payson e subito dopo entro'  Farinellla la beniamina  dei tifosi svizzeri che sventolavano sempre più forte  le loro bandiere e gridavano come pazzi.

I valdostani non sapevano bene come sarebbero andate a finire le cose con questa  famosa straniera che in terra elvetica aveva ottenuto grandi successi. 
Quando le due Reines si avvicinarono ci  fu’ un silenzio surreale, quasi magico che venne  interrotto solamente dal “ caro’ (campana)  di Payson,

Farinella era senza  campana, non né so’ il motivo ( chiedo  poi un giorno a Luciano)  forse perché abituata alle grosse campane svizzere che l’avrebbero penalizzata.


Tutti gli occhi erano puntati su quella battaglia, uno scontro  tra popoli , tra la race d'Herens e quella castana valdostana. dopo una breve ma intensa  battaglia fu’ Payson a vincere.

Un boato tuono' nell'arena Croix Noire,  gente in piedi ad urlare  " la gagnà la noutra " , "la gagnà salla de Linno"  tutti grandi e piccini a battere le mani, ad urlare di gioia,  mi ricordo del mio amico Maurizio Vaudan che veniva in collegio con me che con la sua giacca rossa corse verso Lino e mi rimarrà sempre impresso il viso di Alido’ con  il suo sorriso beffardo rivolto verso i tifosi svizzeri  che con le loro bandiere messe sotto il braccio come fanno i parigini con la baguette abbandonarono  l’arena senza aspettare un attimo di più. 


Valter ed io avevamo diciotto anni e come due matti abbiamo fatto un’invasione di campo per abbracciare Lino e per toccare con mano Payson, quella Reina che ci aveva fatto sognare e malgrado fosse nera, luccicava come una stella nelle stalle dell’arena.

Se ci penso mi viene da piangere e mi emoziono ancora.

Grazie Lino Grazie Payson.

 


Vi riporto il video che ho visto  infinite volte e ogni tanto per ricaricarmi me lo guardo, lo so’ che non si vive di ricordi, ma sicuramente i ricordi sono come una molla, una scossa che ti aiuta a proseguire verso il futuro.

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